Otto Sander – Der Himmel über Berlin (Wim Wenders, 1987)
un parcheggio, la
metafora della mia
vita abusiva
Otto Sander – Der Himmel über Berlin (Wim Wenders, 1987)
un parcheggio, la
metafora della mia
vita abusiva
Charlton Heston, Linda Harrison – Planet of the Apes (Franklin Schaffner, 1968)
aspiro al meglio
e respiro il peggio.
tempi moderni
Terence Hill, Bud Spencer – Lo chiamavano Trinità… (E. B. Clucher, 1970)
se son felice
io, subito guarisco
pensando a te
Carl Weathers, Sylvester Stallone – Rocky (John G. Avildsen, 1976)
colleziono
fallimenti che indosso
come medaglie
Nanni Moretti – Il Caimano (Nanni Moretti, 2006)
sono un bugiardo,
per te mento a me stesso:
è la verità
Woody Allen – Manhattan (Woody Allen, 1979)
mi ha lasciato
un vuoto, e l’ho riempito
di silenzi
Gwynelth Paltrow – The Royal Tenenbaums (Wes Anderson, 2001)
è un incubo,
da sveglio mi accorgo di
non avere sogni
Kirk Douglas – Gunfight at the O.K. Corral (John Sturges, 1957)
come un cowboy
sono sempre a casa
sotto le stelle
Kevin Spacey – American Beauty (1999, Sam Mendes)
vivi e muori.
è forse un ossimoro
l’essere stesso?
Toni Servillo – Le conseguenze dell’amore (Paolo Sorrentino, 2004)
non sono solo:
con gioia vivo con te,
solitudine
Guy Pearce – Memento (Christopher Nolan, 2000)
vivo la vita
a velocità diverse e
inseguo me stesso
Clive Owen, Natalie Portman – Closer (Mike Nichols, 2004)
la luce fuori,
tu sempre in mezzo e
il buio dentro
l’haiku l’ha scritto alice, il film l’ha scelto alice
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